LE NOTIZIE DAL GIORNO Saturday 18 June 2022
AL GIORNO Saturday 25 June 2022
SU: animali
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TITOLO: Sudan, 15 mila pecore affogate in mare. Animal Equality: «È il momento di dire basta al trasporto di animali vivi»
DATA: 2022-06-17
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OCCHIELLO: La nave non è riuscita a sopportare il pesante carico di bestiame. Le pecore, che erano destinate all’Arabia Saudita, hanno quasi tutte perso la vita nell’incidente: quelle sopravvissute sono in gravi condizioni
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TESTO: La tragedia che domenica 12 giugno ha colpito nel porto di Suakin una nave mercantile che trasportava circa 15.800 pecore vive si poteva evitare. A ribadirlo con forza è Animal Equality, che condanna fermamente il continuo sfruttamento degli animali costretti a subire questi trasporti disumani e spesso in piena violazione delle norme anche minime di benessere animale. Sebbene le cause dell’affondamento non siano ancora note, l’Agence France-Presse ha raccolto la testimonianza anonima di un funzionario dell’autorità portuale sudanese che ha dichiarato che la nave sarebbe affondata per il carico eccessivo a bordo. Sulla nave Badr 1, diretta in Arabia Saudita, erano stati caricati — infatti — quasi settemila animali in più rispetto a quelli che avrebbe potuto trasportare, vale a dire al massimo novemila. Le pecore dovevano essere esportate in Arabia saudita e Saleh Selim, capo della divisione bestiame dell’associazione esportatori, ha evidenziato come «il valore totale del bestiame perso» si aggiri intorno ai 14 milioni di riyal sauditi, l’equivalente di 4 milioni di dollari. La nave ha impiegato diverse ore prima di affondare, lasciando probabilmente le pecore agonizzare a lungo prima di trovare la morte. In totale ne sono state recuperate e soccorse circa 700, molte in pessime condizioni di salute. Animal Equality condanna da tempo il trasporto degli animali vivi, che provoca solo sofferenza per le centinaia di milioni di animali che ogni giorno viaggiano ammassati in condizioni di stress estremo in tutto il mondo. «Questa pratica tocca da vicino anche l’Unione europea, Italia compresa. È opportuno che la Commissione europea, chiamata a rivedere il regolamento sui trasporti degli animali (Regolamento del Consiglio (CE) n. 1/2005) e a fornire una nuova proposta legislativa nell’autunno del 2023, riveda in modo ambizioso le forme di controllo e di tutela a sostegno del benessere animale», spiega Alice Trombetta, direttrice esecutiva di Animal Equality Italia. La tragedia che ha coinvolto migliaia di pecore nel Mar Rosso è solo l’ultimo episodio di una serie di «viaggi infernali» a cui sono costretti migliaia di animali, tra paura, fame e temperature micidiali, «ma il tempo delle scuse è giunto al termine, bisogna agire», aggiunge Trombetta. ?
Come Animal Equality «abbiamo documentato negli anni non solo i trasporti su strada in Italia, ad esempio la crudele tratta degli agnelli, ma anche il trasporto via nave come il caso delle navi Elbeik e Karim Allah o delle navi che partono dalla Spagna dirette spesso in Medio Oriente, dove purtroppo mancano norme minime di benessere animale», racconta al Corriere della Sera Chiara Caprio, responsabile Comunicazione e Programmi di Animal Equality Italia. Ad oggi, come indicato anche dal Parlamento europeo nella risoluzione presa sul voto del report ANIT (Committee of Inquiry on the Protection of Animals during Transport - commissione d’inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto), «bisognerebbe orientarsi sempre di più al commercio che non preveda il trasporto di animali vivi su lunga distanza, una pratica che di fatto aggiunge solo della sofferenza inutile a milioni di animali ogni giorno». Il Parlamento europeo — ricorda Caprio — «si è espresso pochi mesi fa proprio sul report della commissione di inchiesta ed è emerso chiaramente che le problematiche ci sono e bisogna cambiare il trasporto non solo per gli animali non svezzati (come i vitelli), ma anche per quelli che vengono trasportati via nave in Paesi extra Ue». Resta, ancora, molto lavoro da fare, anche in Italia. «A Pasqua come Animal Equality insieme a ENPA abbiamo lavorato con il ministero della Salute per monitorare i trasporti di agnelli e anche in quel caso abbiamo potuto vedere quante sanzioni sono state comminate. Servono leggi più stringenti in Europa e in Italia e controlli più frequenti, efficaci e qualificati».
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TITOLO: Siccità in Iraq: il 40% delle gazzelle della riserva di Sawa sono morte in un mese
DATA: 2022-06-18
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OCCHIELLO: La popolazione è passata da 148 a 87 esemplari
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TESTO: Nella riserva di Sawa, in Iraq, le gazzelle muoiono di fame. La siccità ha ucciso in un mese il 40% della popolazione dell'area protetta. In poco più di 30 giorni, la popolazione è passata da 148 a 87 esemplari. Le gazzelle dalle corna sottili sono «solo» le ultime vittime di un Paese che dopo anni di guerra si ritrova anche a fare i conti anche con il cambiamento climatico. La siccità del Paese prosciuga i laghi e fa diminuire i raccolti e il cibo per gli animali selvatici. Ma non solo: «Non hanno più scorte di cibo perché non abbiamo ricevuto i fondi necessari», che erano arrivati dal governo, spiega Turki al-Jayashi, direttore della riserva di Sawa, come si legge su France24.
Gli animali, noti anche come gazzelle rhim (Gazella leptoceros), sono riconoscibili per le loro corna ricurve e il manto color sabbia. L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) li classifica come animali in pericolo nella sua Lista Rossa. Al di fuori delle riserve irachene, si trovano soprattutto nei deserti della Libia, dell'Egitto e dell'Algeria, ma secondo i dati riportati da Iucn è improbabile che siano «più di qualche centinaio». «Il problema climatico ha avuto forti ripercussioni anche sulle gazzelle», che mancano di foraggio nella regione desertica, ha aggiunto Jayashi. Per il presidente Barham Saleh affrontare il cambiamento climatico «deve diventare una priorità nazionale per l'Iraq, poiché è una minaccia esistenziale per il futuro delle nostre generazioni a venire».
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TITOLO: «Si contano a milioni»: le cavallette devastano (ancora) i campi della Sardegna
DATA: 2022-06-18
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OCCHIELLO: Gli agricoltori lanciano l’allarme: emergenza annunciata, stanno divorando i raccolti. L’entomologo Pantaleoni: «Un fenomeno ricorrente nell’isola. Molto dipende dai cambiamenti climatici, ma non bisogna sottovalutare l’uso del suolo da parte dell’uomo»
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TESTO: Mentre il governo valuta se dichiarare lo stato d’emergenza e nominare un commissario, in Sardegna si moltiplicano le proposte di soluzioni per evitare il disastro, come l’ipotesi d’istituire un’Unità di progetto, come quella che la Regione ha costituito contro la peste suina africana. Coldiretti Nuoro Ogliastra ha proposto un piano in più fasi che permetterebbe di prevenire e combattere l’invasione entro un anno, anche con la disponibilità dei propri soci ad arare per tempo i terreni dove le locuste depongono le uova. «Se non s’interviene subito anche con un’adeguata perimetrazione, da concludere entro settembre, le cavallette potrebbero dilagare su un territorio quasi doppio rispetto a quello in cui già si trovano a milioni», sottolinea Alessandro Serra, direttore della Federazione Coldiretti Nuoro-Oglistra. «Abbiamo denunciato questa piaga già dal 2019 quando gli ettari invasi dalle locuste erano 2 mila, mentre oggi — che è stato sottovalutato — siamo sui 30mila, con una proiezione di 60-70mila». Le condizioni climatiche — lo abbiamo ricordato — agevolano lo sviluppo anomalo dell’insetto, «alla vigilia di un’estate che arriva dopo un maggio classificato come il secondo più caldo di sempre. È necessario, quindi, intervenire al più presto, perché la prossima estate si possa parlare di altro». Oltre all’uso di droni per mappare le aree colpite e all’aiuto di uccelli che mangiano questi insetti, «è necessario procedere dove possibile all'aratura, dato che le cavallette depongono le loro uova a 5-6 centimetri sotto il terreno. E, in quelle aree dove la morfologia non lo permette, intervenire con incendi controllati dal Corpo forestale e dalla Protezione civile per distruggere i covi delle locuste, o con trattamenti piretroidi», spiega Serra, chiarendo come sia anche «doveroso fare una corretta informazione alle aziende e valutare con quelle in biologico l’impiego di prodotti meno invasivi, cercando di evitare che tante siano costrette a chiudere per le troppe perdite subite. Contemporaneamente, occorre stanziare i ristori per l’annualità in corso». Ad oggi, conclude Serra, «ci risulta che gli interventi mirati stiano andando avanti troppo lentamente, e abbiano interessato solo 300 ettari, pari all’1% dell’intera superficie coinvolta». Con questi ritmi «ci vorranno almeno altri 2-3anni prima di debellare le cavallette, con conseguenti danni economici e anche di immagine per tutto il nostro territorio».
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TITOLO: Le mucche stressate dal caldo producono il 10% in meno di latte
DATA: 2022-06-19
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OCCHIELLO: Nelle stalle sono già scattate le contromisure con ventilatori e docce refrigeranti
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TESTO: Non solo raccolti bruciati dalla siccità: a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle fattorie lombarde, a cominciare dalle mucche che con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno. È quanto afferma Coldiretti Lombardia nel sottolineare che preoccupa anche il calo delle rese nel foraggio per l'alimentazione degli animali, tagliate dall'assenza di precipitazioni. Per le mucche - sottolinea l'associazione- il clima ideale è tra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo «nelle stalle sono già scattate le contromisure anti-afa, con gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi». Nelle stalle, inoltre, sono in funzione anche ventilatori e docce refrigeranti per sopportare meglio la calura, continua Coldiretti Lombardia, senza dimenticare che i pasti vengono rimodulati per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi.
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TITOLO: Stop alle corride dei tori a Città del Messico: la sentenza storica
DATA: 2022-06-20
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OCCHIELLO: Una sentenza ha vietato lo spettacolo di Plaza México, l’arena più grande del mondo. Ma c’è ancora chi, per interessi economici, non è d’accordo con la decisione
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TESTO: Nella più grande arena della corrida al mondo, situata a Città del Messico, non ci saranno più spettacoli. A deciderlo una sentenza storica dopo un’ingiunzione promossa dall’associazione civile Just Justice che si è battuta affinché la pratica fosse abolita «a tempo indeterminato» da Plaza México. L'arena ha una capienza di 46.815 persone (sedute), ma è arrivata a contenerne più di 100mila in occasione di particolari eventi. La stagione delle corride, chiamata «Stagione Grande», ha inizio ogni anno tra l'ultima domenica di ottobre e la prima di novembre. Ha una durata minima di 12 corride, quasi sempre estese a 20.
Nella nazione la corrida è — già — stata vietata negli stati di Guerrero, Sonora, Coahuila e Quintana Roo, e nei comuni di Veracruz, Michoacán, Stato del Messico e Nuevo León, e molti divieti esistono anche in Spagna. Se da un lato non mancano le proteste da parte di chi ritiene non sia corretto abolire «una lunga tradizione», che rappresenta anche un’importante fonte economica, sono molti gli animalisti che da anni si battono nel sostenere che la corrida sia «un’attività ricreativa in cui un animale viene ferito, torturato e infine ucciso», come riporta il quotidiano El País.
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TITOLO: L’orso marsicano fa rivivere la Maiella. «Non è un pericolo, è una risorsa»
DATA: 2022-06-22
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OCCHIELLO: Il Parco e il Wwf insieme in un progetto di salvaguardia finalizzato ad aumentare la popolazione di una specie a rischio di estinzione. Fondi Ue e iniziative di sensibilizzazione per favorire la convivenza con le persone
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TESTO: La tutela dell’orso genera benefici anche alla gente che abita le aree limitrofe perché aiuta a ripopolare i borghi che gradualmente venivano abbandonati. «I giovani non se ne vanno più tanto da queste zone — dice Lucio Zazzara, presidente del Parco della Maiella —. Vediamo un atteggiamento diverso nei ragazzi: la grande conquista è stata trasformare l’idea del parco da elemento estraneo e di vincolo, che poteva ulteriormente scoraggiare a rimanere sul territorio, a risorsa». La tutela dell’orso e la sua coesistenza pacifica con l’uomo aiutano a mantenere un ecosistema sano. L’orso è considerato una sorta di «ombrello» perché proteggendolo, a cascata vengono protette altre specie di animali e vegetali garantendo la biodiversità del territorio. «L’obiettivo è aumentare il numero della popolazione sorgente che coincide con il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e le zone limitrofe — aggiunge Giovanna Di Domenico —, da dove ci si auspica che gli individui inizino a uscire per colonizzare le aree esterne. Per fare uscire l’orso dallo stato di minaccia di estinzione è necessario che la popolazione aumenti: fondamentale è dunque che sia una «sorgente vitale» che faccia nascere individui che vadano in dispersione e che ci siano aree idonee intorno che possano essere occupate. Noi in questo momento abbiamo entrambe le condizioni. Il nostro lavoro è fare in modo che gli orsi possano sopravvivere e riprodursi». «La presenza costante dell’orso sulla Maiella è un dato acclarato - aggiunge il vicepresidente del Wwf Italia Luciano Di Tizio - che aumenta le speranze di sopravvivenza del plantigrado cui soltanto un ampliamento dell’areale potrà garantire un futuro meno problematico. Wwf e Parco Maiella lavorano insieme per favorire una tranquilla coesistenza tra attività umane e una specie di fondamentale importanza per la biodiversità».
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TITOLO: Carne di cane, il festival di Yulin in Cina. La polizia salva 386 animali, ma sono migliaia quelli macellati
DATA: 2022-06-22
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OCCHIELLO: Intercettato un trasporto illegale di cani destinati al macello della città cinese tristemente nota per la fiera. In tutta l’Asia ogni anno sono 30 milioni quelli sacrificati per diventare pietanze
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TESTO: Si è parlato di richiamo alla tradizione, ma il festival è in realtà una iniziativa piuttosto recente. Viene organizzato dal 2010 su iniziativa dei commercianti di carne di cane che cercano così di contrastare il calo delle vendite dovuto alle mutate abitudini della popolazione. «Nel 2020 il ministero per l’Agricoltura cinese ha dichiarato ufficialmente che i cani sono da considerarsi animali da compagnia e non “bestiame” destinato al consumo — ricorda una nota di Humane Society —. Nello stesso anno, due grandi città della Cina, –Shenzhen e Zhuhai, hanno vietato il consumo di carne di cane e gatto. La carne di cane è inoltre vietata a Hong Kong, Singapore, in Taiwan, Thailandia, nelle Filippine, nella provincia di Siem Reap in Cambogia e in 17 città e reggenze dell’Indonesia».
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TITOLO: Siccità, come proteggere gli animali dal caldo. Enpa: «Allarme anche per fauna selvaggia in difficoltà»
DATA: 2022-06-22
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OCCHIELLO: Il ministero della Salute ha stilato un elenco di dieci consigli per proteggere gli animali dal caldo anomalo di questi giorni
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TESTO: Non siamo gli unici a soffrire il caldo. Le alte temperature estive fanno soffrire anche gli animali. Il ministero della Salute — come oggi — ha pubblicato un decalogo di regole per proteggere cani e gatti dall’afa di questi giorni e portarli con sé durante le vacanze estive. In Italia — infatti — l’abbandono riguarda ancora quasi 130mila animali l’anno. Tra le principali raccomandazioni, si ricordano: — Non lasciate gli animali in automobile: non è sufficiente lasciare i finestrini un poco aperti e neanche parcheggiare all’ombra, perché l’abitacolo del veicolo si riscalda rapidamente; — Non lasciate gli animali legati in luoghi esposti alla luce solare diretta; — Assicuratevi che abbiano sempre a disposizione acqua fresca, soprattutto dopo l’esercizio fisico; — Evitate di portarli a spasso nelle ore più calde della giornata; — Valutate la possibilità di portare i cani in spiaggia solo se sussistono condizioni favorevoli (come ad esempio ventilazione e ombra). È consigliabile, poi, non tenere gli animali in ambienti eccessivamente condizionati ed evitare gli sbalzi di temperatura. — Se sospettiamo che il nostro animale presenti sintomi riconducibile al colpo di calore bisogna spostarlo rapidamente dal luogo in cui si è verificata l’ipertermia per portarlo in ambiente fresco e ventilato; — Iniziare quindi a raffreddare il corpo con acqua di rubinetto, docce o panni bagnati sopra il collo, la testa, le orecchie, le ascelle e la regione inguinale. Evitando di usare ghiaccio o acqua ghiacciata; — Non bisogna mai farlo bere a forza; — Consultare nel più breve tempo possibile un medico veterinario e monitorarlo per le successive 24-48 ore. In caso di spostamenti con mezzi privi di aria condizionata, durante il viaggio è necessario: – l’uso di adeguati sistemi di ventilazione; – il monitoraggio delle temperature esterne e interne al mezzo durante il percorso; – il monitoraggio del corretto funzionamento dei sensori di temperatura e dei sistemi di allarme, per una immediata rilevazione del superamento delle temperature consentite all’interno del mezzo. Inoltre, il ministero ricorda che occorre prestare particolare attenzione a: – la corretta pianificazione del viaggio, rispettando i tempi di viaggio e sosta per le singole specie trasportate; – la tipologia degli abbeveratoi, che devono essere necessariamente adatti alla specie trasportata, funzionanti e in numero sufficiente per garantire un accesso a tutti gli animali; – il rispetto delle densità di viaggio che devono essere ridotte in caso di temperature elevate; – la presenza di adeguata e idonea lettiera; – la presenza di un sufficiente spazio sopra la testa degli animali, per permettere loro di potersi alzare durante il viaggio e di aver un sufficiente ricambio di aria durante il trasporto. L’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) invita tutti a mettere in pratica delle piccole accortezze per aiutare anche la fauna selvatica in campagna e in città: offrendo agli animali acqua e zone d’ombra, non tagliando e non potando il verde, anche perché siamo nel periodo della nidificazione. È possibile aiutare gli animali ponendo sui nostri balconi o sui davanzali delle ciotole in plastica, anche semplici sottovasi, con dell’acqua fresca da cambiare almeno una volta al giorno, possibilmente all’ombra. Meglio, poi, introdurre all’interno un peso (come una pietra) per evitare che uccelli più piccoli possano, nella foga del caldo, bagnarsi tanto da non riuscire ad uscire dalla ciotola. Chi ha un giardino potrà anche usare dei contenitori d’acqua più fondi per permettere anche ai micromammiferi di dissetarsi (ad esempio i ricci). Per chi abita in campagna, mettere bacinelle o secchi d’acqua, possibilmente lontano dalle abitazioni, per dare ristoro ai randagi ed anche alla fauna selvatica.
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